Fantastico / 16 Marzo 2015 in Espiazione
L’unico film che reputo superiore al libro da cui è tratto
Dall'omonimo romanzo di Ian McEwan. La tredicenne Briony appassionata e prolifica scrittrice in erba, assiste per caso a una scena che coinvolge la sorella Cecilia e Robbie, il figlio di una delle donne di servizio della grande casa borghese di famiglia. L'evento letto attraverso gli occhi fantasiosi della ragazzina acquisisce dimensioni sproporzionate e viene caricato di significati impropri, dando il via a un'inarrestabile catena di eventi che segnerà per sempre il destino di tutti, a ridosso della Seconda Guerra mondiale. Il film ha vinto l'Oscar 2008 per la migliore colonna sonora originale e due Golden Globes (miglior colonna sonora originale e miglior film drammatico).
wigelinda ha scritto questa trama
Titolo Originale: Atonement
Attori principali: James McAvoy, Keira Knightley, Saoirse Ronan, Romola Garai, Vanessa Redgrave, Brenda Blethyn, Juno Temple, Benedict Cumberbatch, Harriet Walter, Alfie Allen, Jérémie Renier, Anthony Minghella, Tobias Menzies, Peter Wight, Gina McKee, Tilly Vosburgh, John Normington, Patrick Kennedy, Peter McNeil O'Connor, Daniel Mays, Nonso Anozie, Michelle Duncan, Michel Vuillermoz, Lionel Abelanski, Roger Evans, Bronson Webb, Ian Bonar, Jamie Beamish, Johnny Harris, Billy Seymour, Neil Maskell, Nick Bagnall, Vivienne Gibbs, Alice Orr-Ewing, Olivia Grant, Katy Lawrence, Paul Stocker, Alex Noodle, Kelly Scott, Ryan Kiggell, Wendy Nottingham, Julia West, Felix von Simson, Charlie von Simson, Leander Deeny, Mark Holgate, Romola Garai, Elliott Francis, Craig Douglas, Mostra tutti
Regia: Joe Wright
Sceneggiatura/Autore: Christopher Hampton
Colonna sonora: Dario Marianelli
Fotografia: Seamus McGarvey
Costumi: Jacqueline Durran, Timothy Everest
Produttore: Tim Bevan, Eric Fellner, Paul Webster, Liza Chasin, Richard Eyre, Robert Fox, Debra Hayward, Ian McEwan
Produzione: Gran Bretagna, Francia, Usa
Genere: Drammatico, Romantico
Durata: 123 minuti
L’unico film che reputo superiore al libro da cui è tratto
Avevo grandi aspettative per questo film, che invece mi ha deluso. Ad un certo punto il racconto si concentra esclusivamente sui due innamorati lasciando fuori gli altri, e invece sarebbe stato interessante scoprire come quell’estate abbia cambiato la vita anche delle altre persone coinvolte, in particolare la cugina e l’amico invitato nella grande villa.
Ho trovato fin da subito insopportabile il personaggi di Briony, mentre era interessante il modo in cui lei distorce la realtà e contemporaneamente le immagini dei fatti così come erano realmente avvenuti.
si salva solo per il finale, fino agli ultimi dieci minuti si meritava un bel 5: bella la storia ma resa in modo troppo confuso e disordinato per i miei gusti.
proverò a leggere il libro….
Pensavo che il libro fosse molto meglio del film, prima ancora di leggerlo (mi sono accostata al romanzo solo dopo la visione). E’ evidente che la pellicola manca di qualcosa anche a chi non conosce la storia. Il romanzo invece, a mio parere, è un masterpiece.
Francamente è stato una vera delusione. Sarà perché, come spesso accade, avevo letto prima il libro e anche in tempi molto ravvicinati. Sarà perché avevo letto commenti molto positivi anche sul film e questo ha creato elevate aspettative. O sarà invece che – come ormai da tempo comincio a sospettare – io e il cinema contemporaneo non ci capiamo più di tanto (meglio sarebbe dire, io e il gusto diffuso, io e la critica, io e il pubblico più o meno sofisticato…).
Il punto è che mi sono obbligata a finirlo solo per “dovere di completezza”, e inutile dire che una delle delusioni maggiori è arrivata proprio verso la fine con quell’inserto Tv di una Briony vecchia e dal tormento interiore poco credibile, e con la scelta di una rivelazione che in fin dei conti ti fa sentire un po’ preso in giro. Sì perché in fondo tutto il racconto spinge sul senso del dramma, e inevitabilmente sulle aspettative di una risoluzione almeno parzialmente felice, in cui il grande amore e la giustizia infine trionfino, che sia attraverso fatti reali o crisi interiori profonde. Nel libro, il lettore viene accompagnato a questa fine dolorosa, frustrante ma pur sempre ricca, mentre nel film – come si dice a Roma – “si butta tutto in caciara”, insomma, si sminuisce il valore di ciò che è o è stato fino a quel momento, si appiattisce il senso, i sentimenti, le emozioni, in virtù di una conclusione che sembra “appiccicata” lì, posticcia, per … cosa? rendere il film più moderno? più attuale? Non lo so immaginare, e di certo non vale troppo la pena mettercisi.
Come se non bastasse, è chiaro che niente dello spessore di un testo così complesso come è la versione letteraria, traspare nel film. I personaggi si trovano in mezzo alle situazioni portati non si sa da cosa, e perché. Né si capiscono le ragioni delle loro scelte e dei loro comportamenti, se non riducendoli a meri manierismi di situazione.
Ma mi sto trattenendo.
Quindi concludo: che delusione! – e grande – questa corsa attraverso le 130.000 parole ridotte a 25.000 – come ha detto lo stesso McEwan – parole che dopo molto tempo, scritte nero su bianco, di nuovo mi avevano tenuta incollata per giorni, con quel desiderio frenetico di conoscere fino in fondo la vita, i pensieri, le riflessioni, la natura di questi personaggi tanto intensi, o di raccogliere i dettagli e le temperature più caratterizzanti di scenari tanto sconvolgenti… tutto svaporato, proprio come Arabella, in un inconsistente (e inutile) puzzle di spaccati senza origine né fine, solo meramente giustapposti.