La belle personne
/ 20097.323 votiLa sedicenne Junie cambia la scuola media a metà anno, dopo la morte di sua madre. Si ritrova nella stessa classe di suo cugino Mathias, che la presenta ai suoi amici. Tutti i ragazzi vogliono uscire con Junie, e lei sceglie il più silenzioso tra loro, Otto Cleves. Ma poco dopo, incontra il grande amore della sua vita, Nemours, la sua insegnante di italiano. La passione che brucia tra loro è tuttavia condannata. Junie si rifiuta di cedere ai suoi sentimenti e persiste nel negare a se stessa la felicità, che ai suoi occhi è semplicemente illusoria.
Titolo Originale: La Belle Personne
Attori principali: Léa Seydoux, Louis Garrel, Grégoire Leprince-Ringuet, Simon Truxillo, Agathe Bonitzer, Jean-Michel Portal, Valérie Lang, Jacob Lyon, Martin Siméon, Chantal Neuwirth, Anaïs Demoustier, Esteban Carvajal-Alegria, Esther Garrel, Jeanne Audiard, Alice Butaud, Dominic Gould, Clotilde Hesme, Mathilde Incerti, Chiara Mastroianni, Candice Zaccagnino, Julien Honoré, Nans Laborde-Jourdàa, Chantal Hymans, Gabriel Attal, Mostra tutti
Regia: Christophe Honoré
Sceneggiatura/Autore: Christophe Honoré, Gilles Taurand
Colonna sonora: Alex Beaupain
Fotografia: Laurent Brunet
Costumi: Pierre Canitrot
Produttore: Florence Dormoy, Joëy Faré, Sophie Barrat
Produzione: Francia
Genere: Drammatico
Durata: 97 minuti
Dove vedere in streaming La belle personne
Sguardi onesti e tonalità neutra: i veri protagonisti di La belle personne sono i giovani liceali, pallidi e con molti capelli, che sembrano usciti fuori da un’indistinta epoca passata fatta di vestiti dismessi e intensità emotive. Sono aperti, autentici, leggeri e molto indifesi. Loro amano e si struggono, e comunicano con gli sguardi e con i corpi; sono sospesi in un’atmosfera rarefatta, a tratti opprimente, di legami sotterranei e tensioni inespresse.
Léa Seydoux è magnetica, Louis Garrel funzionale al suo ruolo (leggasi: affascinante da sentirsi male); il punto più basso si tocca però [spoiler] sulla lettura del pezzo dei Ricchi e Poveri – rovinato per sempre il pathos della scena – e in generale la pronuncia italiana di Garrel lascia parecchio perplessi. Ad ogni modo un film giusto, con le giuste facce, e con un finale interessante e perfettamente centrato (il film è liberamente tratto da un romanzo seicentesco, La principessa di Clèves), che non lascerà indifferenti i fan di un certo filone estetico Garrel-centrico vagamente stereotipato trasudante francesità.
Va da sé, scettici da cinema francese astenersi.
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