Thelma

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Thelma

Thelma è cresciuta in una famiglia molto religiosa.Trasferitasi a Oslo per studiare, conosce Anja. La loro amicizia si trasforma in un sentimento più profondo, ma è proprio in quel momento che Thelma si accorge di avere strani poteri che appartengono a un passato di cui lei non sa niente.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Thelma
Attori principali: Eili Harboe, Kaya Wilkins, Henrik Rafaelsen, Ellen Dorrit Petersen, Grethe Eltervåg, Marte Magnusdotter Solem, Anders Mossling, Vanessa Borgli, Steinar Klouman Hallert, Ingrid Unnur Giæver, Oskar Pask, Gorm Grømer, Camilla Belsvik, Martha Kjørven, Ingrid Jørgensen Dragland, Lars Berge, Vibeke Lundquist, Sigve Bøe, Isabel Christine Andreasen, Tom Louis Lindstrøm, Irina Eidsvold Tøien, Ludvig Algeback, Ian Twedmark, Vidar Fransson, Tommy Larsson, Mostra tutti

Regia: Joachim Trier
Sceneggiatura/Autore: Joachim Trier, Eskil Vogt
Colonna sonora: Ola Fløttum
Fotografia: Jakob Ihre
Costumi: Ellen Ystehede
Produttore: Thomas Robsahm, Sigve Endresen, Joachim Trier, Eskil Vogt
Produzione: Norvegia
Genere: Thriller, Fantasy, Romantico
Durata: 116 minuti

Dove vedere in streaming Thelma

Inusuale / 20 Ottobre 2018 in Thelma

Pesantino.
Thelma è caratterizzato dalla freddezza scandinava, che genera sempre un certo distacco con lo spettatore, con le sue ambientazioni così ordinate da sembrare quasi asettiche ed irreali.
Già questo discostamento e la glacialità di un approccio diverso nelle interazioni sociali, il modo di rapportarsi alla società e alla fede (sempre molto Bergmaniano) ci mostra una realtà distante, apparentemente falsata. Eppure, si instaura nello spettatore.
Alcuni momenti sanno essere intensi, forse esaltati dal pathos giunto dopo molte fasi più irrequiete.
Thelma mostra poteri sovrannaturali ma manifestati diversamente da come avete avuto modo di osservare in altri rappresentanti del genere.
Sono scosse emotive, vibrazioni dell’animo, manifestazioni di frustrazione di un’adolescente che vive la conflittualità della sua sessualità e il rapporto con la fede.
Il pentimento giunge immediato in confessioni telefoniche con suo padre, che ha adottato la religione per “curare” questi suoi poteri.
Si alterneranno flashback che mostrano le manifestazioni di questi poteri, di una bimba incompresa che forse aveva bisogno di più affetto e attenzioni rispetto alla freddezza che caratterizza, in questo caso, l’approccio scandinavo.
Sicuramente è un horror inusuale – e si potrebbe dibattere sul fatto se appartenga effettivamente a questo genere -, composto più dalle atmosfere e l’attesa, dal vivere l’incomprensione e i propri timori.

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Freddo, forse troppo / 25 Giugno 2018 in Thelma

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Con me, Thelma di Joachim Trier vince, ma non convince. Il film ha una sua precisa dignità estetica e, benché l’argomento scelto sia un po’ abusato nell’alveo del genere horror, ha un dignitoso sviluppo narrativo con un paio di buoni colpi di scena.
Con un voto che, forse, non gli rende pienamente merito, a Thelma rimprovero la sua uscita fuori tempo massimo, il fatto di essere stato proposto dopo tanti prodotti simili (parlando di questo film, la critica internazionale ha tirato spesso in ballo -non sono convinta se in maniera del tutto pertinente- Carrie di De Palma, ma, ovviamente, esiste un’ampia filmografia dedicata ai poteri telecinetici e simili) e, soprattutto, dopo una recente “premessa” come quella del film franco-belga Raw (2016) di Julia Ducornau, spiazzante ed estremamente ben modellato, in cui la cura del dettaglio (a partire dal casting) mi è parsa -se possibile- un po’ più attenta e azzeccata.
Le somiglianze fra le due produzioni mi sono sembrate notevoli, a partire dal (consueto) accostamento fra maturazione (identitaria e sessuale) delle protagoniste e il risveglio dei suoi incredibili poteri, passando per il fatto che queste esperienze hanno luogo lontano dalla famiglia, in entrambi i casi ambiente universitario.

Il lavoro di Trier, dicevo, ha dalla sua alcuni pregi. Su tutti, un’adeguatamente gelida rappresentazione (fotografica e narrativa) della (altrettanto) gelida società del Nord Europa, un paio di scene molto accattivanti (come quella del serpente) e l’uso non troppo banale del tema religioso. Il controllo oppressivo della famiglia della protagonista trova una sua concreta spiegazione (che va al di là della sola definizione del contesto culturale in cui è cresciuta la ragazza) nel timore che Thelma possa “perdere il controllo”: la ferrea disciplina religiosa viene rappresentata come castrante e limitante (“Perché non posso essere me stessa?”, domanda in lacrime la protagonista, in ginocchio, disfatta e supplice, e sembra rivolgersi sia al Dio in cui non sembra credere più che al proprio padre), ma, appaiata all’uso di specifici ritrovati medici, ha una duplice e contraddittoria valenza, che la fa apparire sia come ultimo (e sincero) baluardo fideistico dinanzi all’inspiegabile, sia come approccio allo stesso dallo spaventoso e oserei dire superstizioso sapore controriformista.

L’interessante forma metaforica del film di Trier, che affonda le mani nella psicanalisi freudiana (in cui prevale l’uccisione del padre), è, a mio parere, anche uno dei limiti del film, che sembra affidarsi troppo a questi cliché, senza segnare la strada per un accrescimento del genere e/o un’evoluzione dell’argomento.

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