14 Dicembre 2022 in Brave New World

Non è una trasposizione del romanzo distopico omonimo. Si tratta, questo, di un serial semplicemente ambientato in una realtà “ispirata” a quella teorizzata da Huxley nel lontano 1932 (e sulla carta può pure starci), in cui molti degli elementi più significativi e disturbanti sono edulcorati (se non proprio trascurati) lasciando spazio a una narrazione incentrata più sull’aspetto psicologico legato alla mera repressione dei conflitti emotivi (in modo neppure troppo originale dato che in fin dei conti si declina nel solito romance triangolare) che sulla fordizzazione (temine desueto che prendo in prestito dal romanzo di Huxley) in senso totalitario della società umana[1], aggiungendo alla vicenda anche una sfumatura messianica[2] che è del tutto estranea all’originale[3]. Nel complesso il serial dà l’impressione di essere frutto di una lettura decisamente superficiale dell’opera a cui si ispira e che ne tradisce, alquanto, lo spirito; il risultato è confusionario.
Messa così si rivela un prodotto che non aggiunge nulla di nuovo. Purtroppo un’occasione sprecata per poco coraggio e/o scarso approfondimento, peccato perché gli elementi in partenza c’erano tutti.
Perfino la prova attoriale del cast lascia a desiderare.
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****AVVISO SPOILER****
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[1]:
Società, quella distopica di Huxley, fatta di fecondazioni e gestazioni in vitro come unico mezzo di riproduzione, programmazione genetica per “fabbricare” in catena di montaggio la tipologia di individuo necessaria al sistema, immobilismo sociale legato proprio alla programmazione genetica (come le formiche: chi nasce operaia resta operaia, chi nasce soldato resta soldato, chi nasce regina resta regina, e quindi non possono sussistere conflitti né sfruttamenti propriamente detti), sostituzione dell’istruzione con il condizionamento, continua somministrazione di massa di sostanze psicotrope “ricreative” per incentivare la “felicità”, abolizione dei nuclei familiari e disincentivo alle relazioni affettive, sessualizzazione dei preadolescenti, costante interconnessione tra loro degli individui grazie a strumenti di comunicazione audio-video istantanei, onnipresente intrattenimento radio-televisivo h24 personalizzato ed esclusivamente disimpegnato, esaltazione dell’omologazione, stigmatizzazione del pensiero autonomo e del (anche solo temporaneo) isolamento sociale, ecc…Il serial conserva poco o nulla di tutto questo.
[2]: Una persona da sola, proveniente dall’esterno del sistema e quindi immacolata, in grado di indicare verità e menzogna per quelle che sono, fungere da agente di disturbo e scardinare tutto il sofisticatissimo meccanismo socio-economico-culturale.
[3]: Manca del tutto l’oppresione autoritaria dell’orwelliano 1984; nel Brave new world di Huxley ogni persona è soddisfatta e si sente coccolata dal soft power del regime, un regime senza capo e che è nella testa di ogni individuo ancora prima della nascita e non ha quindi bisogno di armi e violenza per imporsi, a differenza del ben noto Big Brother di Orwell.

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